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Siccità: il presidente della Regione ha firmato il decreto con cui approva il Piano delle azioni urgenti
Siccità Po – foto di Paolo Panni

Dalle spese (1,8 milioni di euro) per le autobotti ai lavori (250mila euro), nel bolognese, sulla Canaletta del Canale Emiliano-Romagnolo per ridurre la pressione dei prelievi sul fiume Po.

Dall’ottimizzazione delle sorgenti a Bobbio (300mila euro), nel piacentino, ai lavori (280mila euro) per mantenere e approfondire il canale di adduzione agli impianti idrovori sul Po di Boretto (Re).

E ancora, i tre importanti cantieri in arrivo sulla centrale di Serravalle, a Riva del Po, nel ferrarese, per un totale di quasi 2 milioni e 400 mila euro.

Sono 80 gli interventi, tra opere urgenti sull’idropotabile e misure di assistenza alla popolazione, e progetti (alcuni già in atto, altri in partenza) per impianti di pompaggio, installazione di elettropompe, dragaggi e molto altro ancora, realizzabili con i primi 10,9 milioni di euro assegnati dal Governo all’Emilia-Romagna, in seguito al riconoscimento dello Stato di emergenza nazionale per la siccità.

Via libera, dunque, al decreto – a firma del presidente della Regione, in qualità di commissario per lo Stato d’emergenza nazionale – che approva il Piano degli interventi urgenti per contrastare la siccità in Emilia-Romagna. Le risorse nazionali consentiranno, come hanno chiarito il presidente e l’assessore regionale all’Ambiente, di realizzare una serie di priorità per far fronte agli effetti di questa calamità, che sta interessando l’intero territorio.

Lo Stato d’emergenza nazionale: le tappe, la stima dei fabbisogni

Il 29 giugno scorso, il presidente della Regione, dopo la dichiarazione dello Stato d’emergenza regionale, ha trasmesso al Governo e al Dipartimento nazionale della Protezione civile la richiesta dello Stato di emergenza nazionale, chiedendo in particolare risorse per interventi, anche a carattere non strutturale e di coordinamento sovra-regionale, con particolare riguardo alla criticità di deficit idrico del fiume Po.

Sono stati chiesti naturalmente aiuti anche per interventi strutturali, compatibili con le competenze del sistema nazionale della protezione civile per una fase di brevissimo e medio termine. La prima stima dei fabbisogni è stata di oltre 36 milioni di euro.

Sul totale della cifra, 11 milioni riguardano l’idropotabile, con le opere più urgenti e le misure di assistenza alla popolazione; altri 2 milioni e 700mila euro circa servono per l’irriguo e, per oltre 1 milione, fanno riferimento a progettualità già in atto o in partenza: impianti di pompaggio, installazione di elettropompe e dragaggi della sezione di presa degli impianti, per fare qualche esempio. Di questi 13,7 milioni, il Governo ne ha riconosciuti e assegnati 10,9.

Il Piano degli interventi urgenti

Lo scorso 4 luglio il Governo ha dichiarato lo Stato di emergenza nazionale per l’Emilia-Romagna, che si protrarrà fino al 31 dicembre 2022.

Nei giorni seguenti si è svolto quindi un importante lavoro di coordinamento tra Regione, Agenzia per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile, Atersir, gestori del servizio idrico integrato, Consorzi di bonifica e Anbi per la redazione del Piano degli interventi urgenti.

Lo schema predisposto, trasmesso a Roma e approvato dal presidente, prevede 1,9 milioni di euro di interventi per l’interconnessione di acquedotti, 1,8 milioni di euro di spese per autobotti, 1,6 milioni euro di interventi su fiumi e canali, 1 milione di euro per interventi di riorganizzazione delle prese di captazione superficiali, con particolare riguardo alle prese da Po; ancora, 1 milione e 250mila euro di interventi per il potenziamento della captazione da sorgenti, 2 milioni e 600mila euro per la sistemazione di captazioni da pozzi, 60mila euro di interventi su serbatori di accumulo.


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