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Ricercato per rapina e resistenza, arrestato presso un insediamento nomadi di GuastallaGiunti in Italia dall’Inghilterra per trascorrere alcuni giorni di vacanza in Toscana, sono usciti dall’autostrada per una sosta pranzo, fermandosi presso il Centro Commerciale Grandemilia. Terminato il pranzo tornavamo presso l’autovettura per riprendere il viaggio, costatando che ignoti avevano infranto il vetro tergilunotto posteriore, e il montante della portiera posteriore dall’auto, asportando tutte le valigie con all’interno vestiti, computer, macchine fotografiche e altri effetti personali.

Erano ignari che i ladri, scoperti durante il furto su altro mezzo, si erano dati alla fuga, opponendo resistenza ma venendo comunque fermati e trovati in possesso di varia refurtiva sottratta dalle auto in sosta nel centro commerciale modenese, tra cui le valigie della coppia di cittadini inglesi a cui venivano restituite. I due ladri, tra cui l’odierno condannato, il 26enne G.H. domiciliato a Pomponesco in provincia di Mantova, erano stati arrestati. Quindi l’iter processuale con il 26enne mantovano che l’11 febbraio 2020, riconosciuto colpevole dei reati di rapina impropria e resistenza a pubblico ufficiale, è stato condannato dal tribunale di Modena a 4 anni e 4 mesi di reclusione oltre al pagamento di una multa pari a 1.000 euro. La condanna, confermata nel gennaio 2021 dalla Corte d’Appello di Bologna, è diventata esecutiva nel giugno dell’anno scorso avendo la Corte Suprema di Cassazione giudicato inammissibile il ricorso del condannato. Il provvedimento tuttavia non è stato eseguito non essendo il destinatario reperibile circostanza per cui era ricercato in ambito nazionale.

L’altro pomeriggio la fine delle ricerche del 26enne, quando i carabinieri della sezione radiomobile della compagnia di Guastalla, recatisi in un insediamento nomadi del paese, hanno proceduto al controllo di quanti vi si trovavano, riscontrando la presenza anche del 26enne che alla banca dati risultava ricercato. Appurati i fatti l’uomo veniva condotto in caserma e,  termine delle formalità di rito, portato in carcere. Detratti i 10 giorni sofferti in regime di detenzione cautelare, l’uomo deve ancora scontare 4 anni 3 mesi e 20 giorni di reclusione.


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