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Nasce AVI, prima associazione italiana che riunisce i pescatori delle valliPromuovere, coordinare e potenziare le attività dei pescatori delle valli nonché i servizi dedicati; accompagnare gli associati nella gestione, trasformazione e valorizzazione delle produzioni, concorrendo a preservare il territorio e la sua biodiversità. Su queste basi nasce in Emilia-Romagna, regione che ospita 73 dei 231 habitat di interesse conservazionistico comunitario, una nuova realtà: l’Associazione Vallicoltori Italiani.

«AVI è la prima associazione italiana che riunisce i pescatori delle valli costiere che producono branzini, orate, anguille, cefali e sogliole in maniera del tutto naturale seguendo il metodo biologico (ovverosia: non si utilizzano mangimi artificiali, neppure farmaci), e affidando l’alimentazione dei pesci esclusivamente alle risorse marine presenti (gamberetti, anellidi, molluschi e larve), salvaguardando così sia l’ambiente sia l’integrità dell’ecosistema vallivo», spiega il presidente Paolo Ciani, che è anche il responsabile dei vallicoltori di Confagricoltura Emilia Romagna.

La nuova organizzazione vuole tutelare gli interessi dei vallicoltori e al contempo contrastare le criticità ambientali che fanno danni incalcolabili e irreversibili proprio alle risorse naturali, tanto che la rivoluzione attuata dai cambiamenti climatici – in primis eventi meteo sempre più frequenti quali mareggiate e trombe d’aria piuttosto che periodi di siccità prolungata -, richiede una difesa attiva della biodiversità.

AVI rappresenta la quasi totalità delle valli costiere private dell’Emilia-Romagna, dal Ferrarese al Ravennate, un’area di 4.000 ettari circa appartenente alla Rete Natura 2000. «La nostra associazione parte dall’Emilia-Romagna ma intende allargare la propria base associativa oltre i confini regionali con l’obiettivo da un lato di sviluppare la vallicoltura estensiva, dall’altro di fare squadra insieme a Regione, enti universitari e pubblica amministrazione, per intercettare le risorse messe a disposizione dalla nuova PAC e in particolare dal Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, FEAMPA 2021-27», sottolinea il neo presidente.

Paolo Ciani sarà affiancato dal vicepresidente Aldo Tasselli, consulente tecnico scientifico. Tra le finalità dell’AVI: 1) l’istituzione di un tavolo di lavoro regionale per la vallicoltura; 2) l’attivazione di uno Sportello unico semplificatore delle procedure al fine di ridurre l’eccessiva burocrazia (queste aree vallive rientrano tra i siti della Rete Natura 2000, soggetti a vincoli ambientali, strutturali e gestionali spesso troppo onerosi); 3) la formulazione di un piano urbanistico particolareggiato che includa le tipologie e i materiali utilizzabili per gli interventi strutturali (arginature di difesa interna ed esterna, restauri conservativi degli immobili e ripristini di canali, argini e dossi); 4) l’inserimento della vallicoltura estensiva, con il suo piano finanziario specifico, tra gli indirizzi prioritari del FEAMPA 2021-27.

«Investire nella tutela delle risorse naturali diventa prioritario in questa fase di ripresa economica post pandemia, attualmente aggravata dalla siccità – aggiunge il presidente dell’AVI – che mette a dura prova l’equilibrio degli habitat naturali. Infatti, la circolazione idraulica all’interno delle valli costiere non è sufficiente a creare ossigenazione e a mantenere livelli di salinità ottimali. Quindi si ritiene essenziale – l’appello di Paolo Ciani – garantire il funzionamento dei canali di collegamento verso il mare».

Marcello Bonvicini, presidente di Confagricoltura Emilia Romagna, esprime soddisfazione per la costituzione della nuova aggregazione: «AVI è un punto di arrivo e di partenza per il mondo della vallicoltura estensiva: da oggi, infatti, i produttori del pesce “di Valle” faranno valere le proprie istanze comuni e condivise sui tavoli non solo nazionali ma anche europei, ponendo al centro i temi della sicurezza alimentare e dell’ambiente, la valorizzazione di un prodotto unico, naturale, e la tutela del territorio e della biodiversità».

Nella strategia UE sulla Biodiversità per il 2030, si legge: «È la natura, alleato vitale nella lotta ai cambiamenti climatici, che regola il clima, e le soluzioni basate su di essa, come la protezione e il ripristino delle zone umide, delle torbiere e degli ecosistemi costieri o la gestione sostenibile di zone marine. Foreste, pascoli e terreni agricoli saranno determinanti per la riduzione delle emissioni e l’adattamento ai cambiamenti climatici. La biodiversità è altresì fondamentale per salvaguardare la sicurezza alimentare».

 


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