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Ancora una notte di gelo in Emilia Romagna con temperature fino a -4 gradi. Nei campi dell’ Emilia Romagna la lunga morsa del freddo ha stroncato ettari di frutteti e vigneti, ma non ha risparmiato piantagioni orticole e mais. Ingenti i danni che si preannunciano di milioni con un taglio del 50-75% della produzione. Un colpo terribile per le aziende agricole già in crisi. A lanciare l’allarme, dopo la nuova ricognizione, è Cia-Agricoltori Italiani che ora incalza le istituzioni affinché non si perda tempo e si intervenga subito ascoltando i territori, sviluppando migliori strumenti di gestione del rischio e incentivando, attraverso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), lo sviluppo di sistemi tecnologici di protezione delle colture.

Perché è chiaro, chiarisce Cia, come l’Italia e l’Emilia Romagna sia di nuovo alle prese con ondate anomale di maltempo, sbalzi bruschi di temperature e gelate oltre le previsioni.

In Emilia Romagna è andata meno peggio della notte tra il 6 e il 7 aprile, al momento quella decisiva per la frutticoltura regionale. Ciliegi in fioritura, ma anche pereti e meleti, stanno infatti pagando a caro prezzo il gelo che si ripete da notti con il termometro fino a -4 gradi. In Romagna e Centro Emilia il peggio è toccato anche agli ortaggi a foglia destinati al consumo fresco, ma anche ai vigneti, con i germogli del Lambrusco completamente lessati dal freddo.

“Sono ore importanti per monitorare la situazione, ma anche per intervenire con tempestività -dichiara il presidente di Cia-Agricoltori Italiani dell’Emilia Romagna Cristiano Fini-. Il passaggio tra istituzioni regionali e centrali deve essere automatico ed eccellente per dare risposte che ormai conosciamo, come il riconoscimento dello stato di calamità naturale per attivare i risarcimenti in tempi rapidi. Allo stesso tempo -aggiunge- occorre, sul piano nazionale, spingere l’innovazione sul fronte degli strumenti di gestione del rischio che vanno adeguati prontamente ai cambiamenti climatici in atto, ma anche incentivare e aumentare il contributo a favore dell’assicurazione del raccolto, degli animali e delle piante, già presente in alcuni Psr, utilizzando i fondi della nuova Pac. Il Pnrr- conclude infine Fini- guardi anche a questi eventi estremi e agli effetti drammatici che hanno sull’agricoltura che per affrontarli ha bisogno anche di innovazione e di risorse importanti da destinare a sistemi tecnologici di protezione delle colture”.

 


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