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L’occupazione in Emilia Romagna continua la sua ripresa
Foto d’archivio – Copyright: Meridiana Immagini

Non si arresta la tendenza all’aumento dell’occupazione con un ritmo comunque elevato, anche se più contenuto, negli ultimi mesi. Come attesta uno studio di Unioncamere Emilia-Romagna nel 2022 gli addetti alle imprese in regione sono risultati 1.723.140 con un deciso aumento di 73.010 unità (+4,4 per cento) rispetto al 2021.

E’ evidente la risalita al di sopra del livello del 2019 precedente alla pandemia.

A livello nazionale, la media annuale degli addetti è aumentata in misura leggermente più consistente (+4,7 per cento). Nel confronto tra le regioni del Nord Italia, l’andamento dell’occupazione è stato appena migliore in Lombardia (+4,8 per cento) rispetto all’Emilia-Romagna che precede il Veneto (+3,8 per cento) e il Piemonte (+3,7 per cento).

 

Dipendenti e indipendenti

L’andamento complessivo dell’occupazione è stato determinato dall’aumento dei dipendenti che sono saliti a quota 1.410.093 unità, con un incremento di 78.338 addetti (+5,9 per cento), il più consistente da quando sono disponibili i dati Inps attraverso il Registro delle imprese. L’incremento ha compensato la riduzione di 5.328 unità degli indipendenti (-1,7 per cento) scesi a quota 313.047.

Si è rafforzata la tendenza all’aumento della quota dei dipendenti sul totale degli addetti: nel 2022 ha raggiunto l’81,8 per cento: + 2,6 punti percentuali rispetto a cinque anni prima.

 

I macrosettori

Grazie agli effetti positivi della ripresa dell’attività nella media del 2022, l’aumento degli addetti ha interessato in tutti macrosettori. La tendenza positiva è stata trainata dai servizi, dove gli addetti sono aumentati di 51.707 unità (+5,4 per cento) e hanno raggiunto quota 1.016.099 con una decisa accelerazione rispetto al leggero aumento registrato nel 2021 (+0,6 per cento).

Nel 2022 l’andamento dell’occupazione è divenuto positivo anche nel commercio, settore messo a dura prova dalle restrizioni della pandemia e dai mutamenti di comportamento dei consumatori, che ha recuperato 5.698 addetti (+2,1 per cento), riportando l’occupazione media nell’anno a quota 279.735 anche se a un livello ben al disotto di quello precedente la pandemia. La ripresa dell’occupazione è da attribuire soprattutto al commercio al dettaglio (+5.438 addetti, +3,9 per cento), mentre in quello all’ingrosso gli addetti sono rimasti invariati.

 

Chi cresce di più e di meno

In termini assoluti l’andamento positivo dell’occupazione è derivato dagli addetti dell’insieme degli altri servizi diversi dal commercio, costituito da un gruppo di attività che hanno beneficiato della ripresa: sono saliti a quota 736.363 con un aumento di 46.009 unità (+6,7 per cento). Per tutti i sottosettori l’andamento dell’occupazione è stato positivo, ma non omogeneo. La crescita più consistente si è avuta nei servizi di alloggio e ristorazione con un incremento di 16.312 unità (+11,2 per cento). Quindi dall’aggregato noleggio-agenzie di viaggio-servizi di supporto alle imprese (+11.062 unità, +7,9 per cento) ed è ascrivibile ai dipendenti.

Buona performance per le attività di ricerca, selezione, fornitura di personale dove l’occupazione alle dipendenze è aumentata di 8.710 unità (+16,7 per cento) derivante da un aumento del lavoro interinale connesso all’intensa ripresa dell’attività economica, e di 2.859 unità (+17,9 per cento) nelle attività di supporto per le funzioni di ufficio e altri servizi alle imprese. Unico calo, di 1.422 unità, per gli addetti delle attività di servizi per edifici e paesaggio, dovuto alle minori esigenze di sanificazione dopo il Covid.

Con il ritorno alla normalità, nelle attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento il recupero dell’occupazione è stato rapido (+14,9 per cento) e ha portato a un incremento di 3.464 addetti, esclusivamente dipendenti, che hanno trovato impiego soprattutto nelle attività sportive, di intrattenimento e di divertimento (+2.577 unità, +17,1 per cento).

Un altro settore che ha vissuto una fase di espansione sostenuta nel 2022 è stato quello delle attività immobiliari che ha fatto registrare un incremento dell’occupazione del 14,8 per cento.

Nel 2022 al di fuori dell’ambito dei servizi, l’incremento più rapido degli addetti lo si è registrato nel settore delle costruzioni (+6.983 unità, +5,4 per cento) che ha portato gli addetti del settore a quota 137.447. La crescita è stata frutto esclusivo dell’incremento dell’occupazione dipendente che è salita di ben 7.136 unità (+9,7 per cento). Da notare che sono aumentati più rapidamente i dipendenti delle attive nella costruzione di edifici (+2.729 unità, +12,8 per cento) rispetto a quelli delle attive nei lavori di costruzione specializzati (+4.493 unità, +9,8 per cento).

 

Industria: sale l’occupazione

L’occupazione nell’industria è risultata pari a 487.832 unità, con un aumento di 12.478 addetti (+2,6 per cento).

Nelle sole attività manifatturiere l’occupazione è aumentata con ritmo lievemente più contenuto (+2,5 per cento, +11.385 addetti) ed è arrivata a quota 466.187. L’incremento più ampio si è avuto nelle unità attive nella fabbricazione di prodotti in metallo (+3.439 unità, +4,4 per cento).

Un caso da segnalare è l’aumento degli addetti impiegati nella fabbricazione di altri mezzi di trasporto (+897 addetti, +17,9 per cento), ma anche le attività di riparazione, manutenzione e installazione di macchine e apparecchiature (+1.307 unità, +7,7 per cento) hanno avuto una dinamica di tutto rilievo. La crescita degli addetti nelle industrie alimentari (+1.476 unità, +2,5 per cento), ha avuto un ritmo più contenuto.

Tra i movimenti in senso opposto l’unico rilevante è costituito dalla riduzione dell’occupazione nelle industrie della moda (-1.148 addetti, -3,7 per cento), dove gli addetti ora sono meno di 30 mila e per il quale l’andamento è stato determinato dalle confezioni (-1.076 addetti, -5,5 per cento) e dalle industrie tessili (-107 addetti, -1,8 per cento).

Agricoltura

Al di là delle forti oscillazioni stagionali, nella media del 2022 gli addetti dell’agricoltura, silvicoltura e pesca sono risultati 81.762 e hanno fatto registrare un sensibile aumento (+2,3 per cento, +1.842 unità).

 


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