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In Emilia-Romagna è legge la tutela degli alberi monumentaliQuerce, faggi, castagni, platani, cipressi, gelsi e ippocastani. Veri e propri patriarchi della natura, esemplari unici per caratteristiche botaniche e morfologiche come l’altezza o la circonferenza del tronco, ma anche per l’alto valore storico e paesaggistico e il richiamo turistico che sono in grado di esercitare.

La Regione rafforza la tutela degli alberi monumentali dell’Emilia-Romagna – 622 quelli finora riconosciuti in tutto il territorio, da Piacenza a Rimini – e lo fa grazie ad una legge: il progetto di legge della Giunta approvato lo scorso luglio, infatti, ha ottenuto oggi il via libera dall’Assemblea legislativa.

Un provvedimento in linea con la normativa nazionale, che aggiorna una precedente legge regionale e che stanzia 935.000 euro di risorse regionali per gli interventi ordinari nel triennio 2023-2025. Risorse che serviranno per finanziare, attraverso l’emanazione di bandi ad hoc, i progetti di cura e di tutela sia da parte degli enti pubblici che dei privati. E sfiora un milione di euro l’investimento effettuato dalla Regione dal 2021 ad oggi per la cura e gestione dei patriarchi della natura.

Il testo legislativo, oltre a definire i criteri e le procedure per l’individuazione e l’iscrizione nell’apposito elenco degli alberi monumentali, estende per la prima volta la tutela anche ai boschi vetusti regionali. Quei boschi, cioè, che da almeno 40 anni non hanno subito interventi dalla mano dell’uomo e che per questo motivo vantano caratteristiche peculiari, di grande pregio naturalistico e sotto il profilo della biodiversità. La tutela sarà riconosciuta dopo un esame approfondito delle candidature pervenute.

“Siamo stati la prima Regione italiana, nell’ormai lontano 1977, a varare norme di salvaguardia e valorizzazione degli alberi monumentali- ricorda l’assessora regionale ai Parchi e forestazione, Barbara Lori-. Con la legge approvata oggi rafforziamo la tutela di esemplari arborei che costituiscono un bene comune di grande interesse sul piano ambientale, paesaggistico e storico. Un patrimonio naturalistico di straordinaria importanza che vogliamo valorizzare sempre di più anche sul versante della comunicazione, consapevoli che questi giganti della natura possono rappresentare una leva di attrazione e promozione turistica soprattutto per i territori appenninici. Significativo- conclude Lori- aver inserito nel testo legislativo norme di tutela ad hoc per i boschi vetusti, una preziosa risorsa per la tutela della biodiversità della nostra regione”.

La legge, in sintesi

Le principali novità del provvedimento riguardano la nascita dell’elenco regionale degli alberi monumentali, la creazione di una banca-dati georeferenziata e l’istituzione di una zona di protezione di almeno 10 metri di raggio intorno al gigante verde da tutelare.

Viene inoltre stabilito l’obbligo di recepimento dei vincoli di tutela negli strumenti urbanistici dei Comuni e nei regolamenti degli Enti Parco e il potenziamento delle attività di informazione e comunicazione.

La nuova legge, che ribadisce l’intangibilità degli alberi monumentali, definisce i criteri e le procedure per l’iscrizione di un esemplare arboreo nell’elenco regionale. Tra i requisiti prescritti, l’importanza sotto il profilo naturalistico per età, dimensioni, rarità botanica e specie; il pregio paesaggistico per ubicazione, forma e architettura vegetale e, infine, il loro valore storico-culturale-religioso, in quanto testimoni silenziosi di particolari avvenimenti di epoche passate.

La possibilità di segnalare nuovi alberi monumentali o boschi vetusti è estesa a tutti i cittadini, che possono trovare le informazioni necessarie sul sito della Regione a questo link  https://ambiente.regione.emilia-romagna.it/it/parchi-natura2000/sistema-regionale/flora/alberi-monumentali/la-segnalazione-di-un-albero-monumentale-di-pregio-regionale, ma in particolare è richiesta la collaborazione di Comuni, Enti forestali, Enti di gestione delle aree protette e Carabinieri Forestali.

La vigilanza sul rispetto dei divieti e delle prescrizioni fissate dalla nuova legge è esercitata dalla Regione – anche attraverso Arpae – dai Comuni, dagli Enti forestali, di gestione delle aree protette e dagli enti preposti alla vigilanza del territorio (Carabinieri Forestali, Guarda parco, ecc.)

Nei prossimi mesi la Giunta regionale predisporrà una direttiva che definirà in dettaglio criteri e procedure applicative del testo legislativo.


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