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KINSHASA (CONGO) (ITALPRESS) – “La virtualità non basta, non possiamo accontentarci di interfacciarci con persone lontane o persino finte. La vita non si tocca con un dito sullo schermo. E’ triste vedere giovani che stanno ore davanti a un telefono: dopo che si sono specchiati, li guardi in faccia e vedi che non sorridono, lo sguardo è diventato stanco e annoiato. Niente e nessuno può sostituire la forza dell’insieme, la luce degli occhi, la gioia della condivisione”. Lo ha detto Papa Francesco, rivolgendosi ai giovani in uno Stadio dei Martiri gremito a Kinshasa, in Congo.
“Giovane – ha esortato Francesco -, dalle tue mani può venire la pace che manca a questo Paese”.
Per il Pontefice chi si sente onnipotente “è come un albero sradicato: anche se grande e robusto, non si regge in piedi da solo. Ecco perchè bisogna radicarsi nella preghiera, nell’ascolto della Parola di Dio, che ci permette di crescere ogni giorno in profondità, di portare frutto e di trasformare l’inquinamento che respiriamo in ossigeno vitale. Per farlo, ogni albero ha bisogno di un elemento semplice ed essenziale: l’acqua. Ecco, la preghiera è “l’acqua dell’anima””.
“Pensate alla droga: ti nascondi dagli altri, dalla vita vera, per sentirti onnipotente – ha sottolineato il Papa -; e alla fine ti ritrovi privo di tutto. Ma pensate anche alla dipendenza dall’occultismo e dalla stregoneria, che rinchiudono nei morsi della paura, della vendetta e della rabbia. Non lasciatevi affascinare da falsi paradisi egoisti, costruiti sull’apparenza, su guadagni facili o su religiosità distorte”.

– foto Agenziafotogramma.it –

(ITALPRESS).


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