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Si terrà venerdì 3 maggio alle ore 21 al Teatro Bismantova di Castelnovo ne’ Monti il concerto di presentazione del nuovo album del gruppo reggiano Landafurlà che porta sulla scena un nuovo progetto legato alle musiche e alle storie dell’Appennino. I Landafurlà sono Paolo Romei (voce), Francesco Boni (chitarra), Davide Borghi (violino), Dario Sabattini (chitarra basso), Mirko Ferrarini (fisarmonica), Edoardo Ponzi (percussioni) e Maddalena Boni (flauto). Ad accompagnarli in questo percorso musicale e letterario è l’attore Pierluigi Tedeschi.

Il ritmo di furlana ha accompagnato per oltre cinque secoli la vita delle genti d’Appennino, un ritmo incessante di festa, amicizia ed amore. Serve dunque difenderla, ma ancora meglio darle nuova vita con un’operazione come quella che compie il gruppo dei Landafurlà, mescolando il ritmo ternario della furlana a nuove sonorità per dar vita a canzoni sui testi più belli della tradizione colta e popolare dell’Appennino Tosco-Emiliano.
“Cantar furlana” è un progetto musicale, ma più generalmente culturale, frutto di un lungo lavoro di recupero di danze, testi poetici, racconti tradizionali dell’Appennino Tosco-Emiliano rielaborati per dar vita ad un intero repertorio di canzoni d’autore che hanno come filo conduttore un ballo antico dell’Appennino reggiano: la furlana appunto. Proveniente probabilmente dal Friuli, questa danza mette radici solide nel territorio appenninico ed è molto praticata e suonata fino agli anni Cinquanta del Novecento, per poi essere completamente dimenticata come è successo a molti altri balli antichi della zona.
Il lavoro di riscoperta compiuto da etnomusicologi e musicisti negli ultimi anni ha fornito a Francesco Boni (ideatore del progetto, autore delle musiche e rielaboratore dei testi) un ricco materiale per unire in maniera creativa e non filologica la furlana alle suggestioni letterarie del territorio. I brani in rima e le leggende in prosa provenienti dal Crinale reggiano, dalla Garfagnana e dalla Lunigiana sono utilizzati come testi per canzoni dal sapore popolare. Sul ritmo di furlana viene cantata la storia delle “comari”, guaritrici improvvisate molto amate dalla gente, e la vicenda del promesso sposo che non vuole lasciare la montagna e che in cambio deve regalare la “frulara”, il campo di fragole. E ancora le furlane di Cervarolo (RE) e di Frassinoro (MO) sono rielaborate nella canzone “Commiato”, struggente invocazione di chi deve lasciare le proprie terre, mentre con un ballo sfrenato si racconta l’amore in “E quando s’alza il sol”. La canzone “Canta il cucco” riprende gli antichi “rinfacci”, ossia rime cantate velocissime e scambiate tra gli interlocutori, che raccontano le schermaglie tra il “garfagnino” ed il “lombardo”, musicate su un ritmo veloce in cui si inserisce la conosciutissima “Polka di gara” tratta dal repertorio della famiglia Carpi di Santa Vittoria.
Le antiche melodie della furlana sono quindi alla base di un’invenzione musicale che reinterpreta la tradizione: l’originale formazione in trio (violino, chitarra e fisarmonica), con cui si eseguivano gran parte dei brani strumentali sull’Appennino reggiano, è ampliata con l’introduzione del basso e di un ricco set di percussioni che sottolineano gli aspetti più caratteristici del ballo e che rispecchiano l’eterogeneità della scena musicale attuale. Il gruppo Landafurlà (nel cui nome si sottolinea la presenza della furlana sul territorio) è formato da musicisti con differenti esperienze nel campo della musica classica, popolare e jazz, che da diversi anni conducono un’appassionata e profonda ricerca sulle tradizioni popolari letterarie e musicali dell’Appennino emiliano.
Per informazioni: www.teatrobismantova.it, tel. 0522 611876, www.landafurla.it.


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