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MILANO (ITALPRESS) – I lavoratori e le organizzazioni sindacali territoriali e nazionali Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil di Trichiana (Belluno) dove sorge lo stabilimento di Ideal Standard hanno manifestato oggi a Milano in occasione dell’evento virtuale “Together World Tour” che la multinazionale belga proprietaria sta promuovendo in giro per l’Europa. L’evento coinvolge il gotha dei designer e degli architetti milanesi ai quali le organizzazioni chiedono un coinvolgimento perchè in Italia non ci sia solo ideazione e progettazione ma sia valorizzata anche la produzione affidata alle maestranze italiane.
La Ideal Standard è un’azienda acquisita da diversi anni con la tecnica del “Leverage buy-out”, un’operazione di finanza finalizzata all’acquisizione di una società sfruttando la capacità di indebitamento della società stessa.
La rappresentanza dei lavoratori ha contestato l’atteggiamento dei Fondi d’Investimento proprietari del marchio “per l’ormai palese volontà di delocalizzare i volumi, anche dell’ultimo impianto produttivo in Italia, per investire i profitti in altri settori”. La Ideal Standard di Trichiana dà lavoro a circa 500 persone e altrettante famiglie della comunità di Borgovalbelluna.
L’attuale management nega però di avere deciso per lo spostamento di tutti i volumi del sito bellunese.
I lavoratori temono anche che nei progetti del Gruppo possa esserci anche la cessione del marchio Ceramica Dolomite, un brand storico italiano creato nel 1965 grazie ai fondi statali stanziati dopo la tragedia del Vajont per sostenere l’economia del bellunese.
Reputation Rating, algoritmo brevettato dalla società di analisi della reputazione Zwan, ha concluso proprio in questi giorni uno studio analitico sui Fondi che investono in business e modalità sostenibili. Secondo tale studio i fondi che agiscono in tale contesto registrano risultati con una crescita reputazionale del 15,52%. Inoltre, se dimostrano di tutelare il know-how, il capitale umano e l’immagine delle aziende nelle quali investono, la crescita reputazionale supera in media il 22%. Dallo studio emerge anche che buona parte dei Fondi operanti in Italia è ancora lontana da questa scelta.
(ITALPRESS).


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