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Frutta e verdura dell’Emilia-Romagna, prodotti di qualità conosciuti e apprezzati sempre più dai consumatori, forti di una filiera sicura che ne garantisce tutte le fasi, dalla terra alla tavola, che deve resistere però ogni giorno alle nuove emergenze climatiche (gelate tardive, cambiamento climatico…) e fitosanitarie (cimice asiatica, maculatura bruna della pera…) per continuare a produrre e a crescere.

Per questo la Regione nel 2019 ha destinato oltre 81 milioni di euro di aiuti comunitari per il rafforzamento e lo sviluppo del sistema ortofrutticolo regionale a imprese agricole, di lavorazione e commercializzazione per gli interventi previsti dai Programmi operativi delle Op (Organizzazioni dei produttori) e Aop (Associazioni di organizzazioni di produttori) riconosciute nell’ambito dell’Organizzazione comune di mercato (Ocm) del settore.

I fondi, e la loro ripartizione, sono stati illustrati dall’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi, a più di 40 rappresentanze nel corso della Consulta dell’ortofrutta, insieme agli assi strategici per la ripresa del settore che saranno portati dall’Emilia-Romagna al tavolo nazionale del ministero delle politiche Agricole, Ambientali, Forestali, incontro chiesto e ottenuto proprio dalla Regione e in programma la prossima settimana.

“È importante aver condiviso con i rappresentanti dell’ortofrutticoltura regionale un programma di rilancio concreto e dettagliato per il comparto in 6 assi strategici- commenta Mammi- che presenterò la prossima settimana alla ministra Bellanova, dopo che Regione Emilia- Romagna ha chiesto e ottenuto dal Ministero il tavolo di lavoro sull’ortofrutta. Abbiamo bisogno di difendere e sostenere le buone produzioni della nostra terra, insieme al reddito dei nostri agricoltori. La Regione è al loro fianco”.
Gli assi del programma di rilancio

Il progetto strategico di sostegno e di rilancio per il settore frutticolo, da rendere operativo già dal 2021 e con una prospettiva almeno triennale, mira a ridurre i costi di produzione e a sostenere gli investimenti necessari per l’adattamento ai cambiamenti climatici, la ricerca di nuove tecniche di difesa chimica e biologica, l’attivazione di strumenti per la gestione del rischio, l’incremento della sostenibilità lungo tutta la filiera, la riconversione varietale in funzione delle preferenze di gusto e della nuova domanda espressa dai consumatori e la promozione delle eccellenze regionali.

 

La ripartizione degli aiuti comunitari 2019

Gli oltre 81 milioni di risorse erogate lo scorso anno dalla Regione sono state indirizzate alle 44 Op ortofrutticole che fanno capo all’Emilia-Romagna – di cui 18 operative al di fuori del territorio regionale, pur aderendo alle sei Aop riconosciute dalla Regione – che associano in totale oltre 9mila aziende agricole e rappresentano oltre il 50% dei produttori ortofrutticoli regionali (a cui si aggiungono circa 8mila produttori fuori regione). Nel loro insieme queste imprese vantano una produzione commercializzata di 1,78 miliardi di euro.

Nel 2019 la spesa ammessa per il rafforzamento delle competitività dell’ortofrutta made in Emilia-Romagna effettuata attraverso i Programmi operativi di Op e Aop riconosciute dalla Regione è ammontata complessivamente a 154,5 milioni di euro, di cui circa la metà sostenuta direttamente dalle Op, e l’altra metà, appunto 81,4 milioni di euro, sotto forma di aiuti a carico del bilancio comunitario.

La fetta più grande della spesa complessiva, 77,8 milioni di euro, è stata destinata per interventi a favore delle aziende agricole. In particolare, per il miglioramento della qualità (attrezzature innovative, impianti d’irrigazione e antigrandine, ecc. 34,4 milioni), gli interventi ambientali (produzione integrata e altre tecniche innovative a basso impatto, 22 milioni) e gli interventi per la pianificazione della produzione (21,4 milioni, di cui la gran parte destinati al rinnovo degli impianti frutticoli).

Molto consistenti e in continua crescita, gli investimenti per il miglioramento della commercializzazione (25,7 milioni, pari al 16,5 %). A seguire aiuti per la prevenzione e gestione delle crisi di mercato (14,5 milioni, pari al 9,3%) e per la promozione dei prodotti (6 milioni, pari al  3,9%), più altri importi minori.


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