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Emergenza energetica, Pratissoli: come e dove Reggio e le sue imprese possono giocare la carta dell’opportunitàL’urgenza del raggiungimento dell’autosufficienza energetica, come fattore competitivo per le imprese e la sostenibilità dei bilanci famigliari, rappresenta una occasione straordinaria per favorire il cambiamento necessario verso una crescita sostenibile ed inclusiva, di cui la transizione energetica è parte fondamentale.

Per prima cosa occorre investire sull’efficienza, riducendo gli sprechi. Il patrimonio edilizio è ancora composto in gran parte da edifici risalenti a prima della L10/91, fortemente energivori e dall’alto costo di gestione: solo negli ultimi due anni abbiamo raggiunto un tasso annuo di ristrutturazione del parco immobiliare pari al 2% che corrispondente anche all’obiettivo dell’Agenda 2030. Tuttavia, non è chiaro quale strategia nazionale si vorrà adottare dopo il superbonus che, da solo, ha contribuito a quasi la metà dei risparmi energetici conseguiti lo scorso anno dall’Italia.

Per la decarbonizzazione del patrimonio immobiliare servono detrazioni fiscali permanenti, con regole chiare e stabili, in grado di favorire la programmazione di investimenti sulla riqualificazione energetica, in particolare dei condomini, ed una progressiva elettrificazione dei consumi finali. Serve, inoltre, una maggiore capacità di attrazione dei grandi capitali privati per la rigenerazione urbana su scala superiore al condominio.

Transizione energetica significa, inoltre, produrre l’energia che ci serve con fonti rinnovabili ovvero, per il nostro territorio, soprattutto solare fotovoltaico. I prezzi alti dell’energia rendono le rinnovabili più competitive e rappresentano anche una opportunità di investimenti e occupazione. I dati sono incoraggianti: +146% di potenza installata nel 2022 rispetto al 2021 ma, purtroppo, scontiamo quasi dieci anni di blocco con valori fermi al 2014.

La strategia per una significativa accelerazione verso l’autosufficienza energetica passa dalla diffusione delle comunità energetiche, per le quali sono urgenti i decreti attuativi necessari alla loro definitiva attivazione e la trasformazione delle aree industriali in centrali di produzione di energia da fonti rinnovabili.

A Reggio Emilia abbiamo una potenzialità di quasi 100 MWp solo sui tetti delle tre principali aree produttive della città, in grado di coprire il fabbisogno di energia elettrica di circa 40 mila famiglie. A questo occorre aggiungere la potenzialità relativa alla copertura con pensiline fotovoltaiche dei parcheggi esistenti; la sostituzione di oltre un milione di metri quadrati di tetti in amianto; ed, infine, le opportunità connesse all’agrivoltaico in grado di rendere compatibile la produzione alimentare di qualità con l’autosufficienza energetica delle imprese agricole.

La politica economica e industriale del Paese non può più permettersi di essere finalizzata alla crescita generica, bensì ad una crescita funzionale a far rientrare i territori nei limiti della sostenibilità, a partire proprio dalla riduzione degli sprechi e dalla produzione di energia da fonti rinnovabili. Gli obiettivi di transizione ecologica ed energetica collegati a questo differente modello di sviluppo non rappresentano solo una responsabilità sociale, ma anche una enorme opportunità per la crescita economica ad alto valore aggiunto del nostro territorio da cui passerà gran parte della capacità competitiva del futuro della nostra città.

 

Alex Pratissoli

vicesindaco di Reggio Emilia con delega alla Rigenerazione urbana


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