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Don Vasco Casotti, parroco nella Resistenza, si ricorderà sabato a Febbio con una mostra fotografica dei suoi scatti
Vecchia teleferica per il trasporto del legname nella zona di Febbio (archivio don Vasco Casotti)

Sabato pomeriggio 28 agosto, nei locali della parrocchia di Febbio, sarà inaugurata la mostra fotografica dedicata al paese che fu, e alla sua gente, con immagini dalla seconda metà degli anni trenta alla prima degli anni quaranta, scattate dall’allora parroco, don Vasco Casotti.

“Fotografo d’eccezione – spiega Elio Ivo Sassi, primo cittadino villaminozzese e presidente provinciale dell’Associazione liberi partigiani italiani – partigiani cristiani – il sacerdote, durante la seconda guerra mondiale, si distinse anche per generosità e bontà al fianco dei più deboli e rappresentò una figura di riferimento per la Resistenza in montagna”.

L’evento, che si svolgerà nel rispetto dei criteri della normativa anti Covid-19, avrà inizio alle 16.30 con l’introduzione di Mattia Casotti, presidente della Pro loco, cui faranno seguito gli interventi del sindaco e presidente Sassi e dello scrittore e storico montanaro Giuseppe Giovanelli, titolare del memoriale di don Casotti e autore, fra gli altri, del libro sulle Fiamme verdi, dedicato alle formazioni partigiane cattoliche operanti in provincia di Reggio Emilia.

La cerimonia, indetta da Alpi-Apc e dalla stessa Pro loco, con il patrocinio della Parrocchia di San Lorenzo in Febbio e del Comune di Villa Minozzo e con la collaborazione della Croce verde villaminozzese e del Centro studi Fiamme verdi di Minozzo, si concluderà con la benedizione della mostra da parte del parroco, don Luigi Gibellini.

“Oltre che appassionato e valente fotografo e prete molto amato in montagna, don Vasco Casotti – sottolinea Elio Ivo Sassi – offrì un contributo significativo alla lotta di Liberazione. Tra i vari episodi che lo videro protagonista e in cui mise a rischio la propria vita, ricordiamo quando, nel marzo del 1944, a seguito di un duro scontro coi tedeschi a Cerrè Sologno, due partigiani gravemente feriti furono accolti nella sua canonica, che dal settembre dello stesso anno diventerà anche sede del comando unico di zona dei resistenti. Durante una successiva perquisizione da parte dei nazisti, li nascose nel sottoscala”.

Il sacerdote, nato il 29 luglio 1908 a Migliara di Casina, fu ordinato il 15 luglio del 1934. Gli sarà affidata la parrocchia di Febbio e dal 1947 sarà parroco di Cola, in comune di Vetto. Si spegnerà il 3 giugno 1988.

“Con questa interessantissima mostra, ricca di splendide immagini d’epoca – conclude Sassi – gli abitanti di Febbio e tutti noi assolviamo a un debito di riconoscenza nei confronti di un religioso che, con il suo carattere aperto e  ricco di umanità e di dedizione alla sua missione cristiana, sia in tempo di pace che di guerra, si spese con tutte le proprie forze per la costruzione di un mondo migliore. Come lo ricorda infatti il professor Giovanelli, egli fu partigiano della libertà, della vita, dell’amore”.


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