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Continuano a crescere le imprese straniere in Emilia-RomagnaLa pandemia non frena l’iniziativa imprenditoriale straniera e, in particolare, quella individuale e femminile.

Al 30 settembre 2021 le imprese attive straniere in Emilia-Romagna sono salite a quota 52.650 pari al 13,1 per cento del totale delle imprese regionali. Rispetto alla stessa data dello scorso anno, sono aumentate di 2.268 unità, +4,5 per cento. Le imprese a conduzione straniera cinque anni fa erano 45.619 pari alI’11,1 per cento del totale delle imprese regionali e da allora sono aumentate del 15,4 per cento.

Questo è quanto emerge dai dati del Registro delle imprese delle Camere di commercio elaborati da Unioncamere Emilia-Romagna.

Il confronto con il totale delle imprese regionali

Sempre rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno, si è arrestata la tendenza negativa per le altre imprese, quelle non straniere, pressocché stazionarie a quota 348.506 con una perdita di sole 101 unità. La crescita del totale delle imprese regionali è quindi sostanzialmente da attribuire a quelle a conduzione non italiana. Negli ultimi cinque anni, infatti, le imprese regionali non straniere si sono ridotte del 4,3 per cento.

Straniere femminili e giovanili

L’andamento delle imprese condotte da stranieri è assai diverso se si considerano due sottoinsiemi non disgiunti: le aziende di donne e quelle di giovani. Sempre alla fine dello scorso settembre le imprese femminili straniere erano 12.065 pari al 22,9 del totale delle imprese straniere dell’Emilia-Romagna. La tendenza positiva, solo un po’ più contenuta nel 2020, ha ripreso forza con l’inizio del 2021 e nel trimestre in esame ha fatto registrare nuovamente una forte crescita (+4,8 per cento, +558 imprese).

Sempre a fine settembre le imprese giovanili straniere erano 8.006 pari al 15,2 delle imprese straniere dell’Emilia-Romagna. Sono in continua diminuzione dalla fine del 2012, trascinate dal settore delle costruzioni, al quale si sono aggiunti il commercio e, dall’inizio del 2020, con la pandemia, i servizi diversi dal commercio.

Nel 2021 queste tendenze negative si sono arrestate nel trimestre in esame tanto che le imprese straniere giovanili sono rimaste invariate rispetto allo stesso periodo del 2020.

La crescita delle imprese femminili ha quindi sostenuto quella complessiva delle imprese straniere, frenata, invece, dall’andamento delle giovanili.

 

I settori di attività economica

La tendenza alla crescita delle imprese straniere è dominante in tutti i macrosettori di attività economica, e abbastanza uniforme. E’ particolarmente evidente in agricoltura, dove è elevato il tasso di crescita (+7,5 per cento), anche se il settore è ancora marginale per le imprese estere.

Forte apporto dall’accelerazione delle costruzioni (+5,4 per cento, +961 unità), la più rapida e ampia degli ultimi 10 anni. L’incremento è stato determinato da quello delle imprese minori attive nei lavori di costruzione specializzati (+815 unità, +5,2 per cento), settore che ha una quota di imprese estere pari al 33,4 per cento, e delle imprese di maggiori dimensioni nella costruzione di edifici (+145 unità, +7,0 per cento).

Nell’ampio aggregato dei servizi, che con 1.075 imprese in più è cresciuto del 4,0 per cento, l’apporto maggiore è giunto dalla crescita del vasto insieme degli altri servizi diversi dal commercio (+603 imprese, +4,3 per cento).

In particolare, hanno nuovamente accelerato le altre attività di servizi (+158 unità, +7,0 per cento), trainate dalle imprese dei servizi per la persona (+113 unità), e di quelle dei servizi di riparazione (+11,1 per cento). Con numeri più contenuti, nell’ambito dei servizi, ha trovato conferma la crescita delle imprese con attività di noleggio, agenzie viaggi e servizi di supporto alle imprese (+121 unità, +5,3 per cento). Ancora, nonostante le restrizioni connesse al Covid, è proseguita la crescita delle imprese estere nei servizi di alloggio e ristorazione (+107 unità, +2,2 per cento), derivante dalla ristorazione (+109 unità), attività nella quale le imprese estere sono giunte al 18,7 per cento delle attive.Le imprese straniere di trasporto e magazzinaggio hanno continuato a crescere (+47 unità, +2,7 per cento), trainate dal trasporto terrestre. Infine, aumentano le attività finanziarie e assicurative (+22 unità, +9,4 per cento) soprattutto per i servizi (+40,0 per cento).

Nel commercio la dinamica è in progressiva accelerazione: nel trimestre in esame (+472 unità, +3,8 per cento), la ampia degli ultimi 6 anni. La parte più rilevante deriva dal commercio al dettaglio (+264 imprese, +3,2 per cento), il commercio e la riparazione di autoveicoli e motocicli (+67 imprese, +4,6 per cento) e il commercio all’ingrosso (+141 imprese, +5,4 per cento).

Anche per la base imprenditoriale straniera della manifattura è contenuta la tendenza positiva (+3,2 per cento, +166 unità) concentrata nella fabbricazione di prodotti in metallo (+70 unità, +6,0 per cento) e nella riparazione, manutenzione e installazione di macchine (+36 unità, +9,6 per cento), nell’industria del mobile (+22 unità, +17,9 per cento). Si è rafforzata la presenza nell’industria alimentare (+11 unità, +3,6 per cento). Minimo, ma presente, un recupero nelle confezioni (+12 unità, +0,6 per cento) settore duramente colpito dalle difficoltà della pandemia.

La forma giuridica

Va sottolineato il fatto come il totale delle imprese straniere avviate nel terzo trimestre sia composto soprattutto da ditte individuali, le quali hanno fatto segnare un aumento di 1.391 unità, pari a un +3,5 per cento, il più ampio dal giugno 2012.

L’attrattività della normativa delle società a responsabilità limitata continua a determinare un vero boom delle società a responsabilità limitata semplificata ed effetti negativi sulla dinamica delle società di persone.

Così le società di capitale hanno fatto registrare una crescita rilevante in termini assoluti (+14,2 per cento, pari + 872 unità), la più ampia riferita al terzo trimestre negli ultimi 10 anni.

Invece, ridotta è stata per le società di persone (+1,0 per cento). Negativo invece l’insieme delle imprese costituite sotto altre forme, ovvero cooperative e consorzi (-3,8 per cento).


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