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Coldiretti, Energia: biologico abbatte 1/3 consumi
Copyright dell’immagine: Regione Emilia-Romagna Diateca Agricoltura – Autore: Dell’Aquila Fabrizio

Con la crisi energetica è boom per l’agricoltura biologica che consente di tagliare di un terzo i consumi energetici attraverso l’utilizzo di tecniche meno intensive, le filiere corte e la rinuncia ai concimi chimici di sintesi prodotti con l’uso di gas, tanto che i terreni coltivati a bio in Italia hanno raggiunto quasi 2,2 milioni di ettari in Italia, il massimo di sempre.

E’ quanto emerge dall’analisi Coldiretti diffusa in occasione dell’inaugurazione del Sana alla Fiera di Bologna alla quale sono intervenuti anche gli agricoltori bio modenesi, con il presidente di Coldiretti Modena, Luca Borsari, e il direttore Marco Zanni, insieme agli oltre 300 colleghi giunti da tutta la regione con le loro esperienze innovative protagoniste allo stand di Coldiretti Bio (Padiglione, 30 Stand C/21), esempi questi di buone pratiche funzionali al piano di riduzione dei consumi energetici.

L’Emilia-Romagna  – ricorda Coldiretti Modena  – oggi è la quarta Regione in Italia per superficie coltivata a bio e per numero di operatori biologici. Sono oltre 7mila le aziende agricole biologiche, con un incremento dell’85% dal 2014 e una superficie totale che supera i 200mila ettari rappresentando circa il 18% della Sau regionale.

Tra le esperienze che abbattono i consumi illustrate dai giovani imprenditori biologici allo stand ColdirettiBio si va dall’uso di sostanze naturali e 100% Made in Italy per concimare i terreni e sostituire i fertilizzanti provenienti dall’estero, rincarati anche del 170% con un effetto valanga sulla spesa delle famiglie, al riutilizzo degli scarti di produzione (foglie, gusci, paglia, ecc.) per garantire energia pulita, fino al potenziamento delle filiere corte con la vendita diretta che abbatte i trasporti. In questo modo si riesce a ridurre i consumi di energia in media del 30% rispetto all’agricoltura tradizionale – sottolinea Coldiretti – ma in alcuni casi, come ad esempio per le mele, si arriva addirittura al -45%.

I concimi di sintesi (azotati, fosfatici o potassici) sono, infatti, ottenuti con procedimenti fortemente energivori e l’Italia – ricorda Coldiretti – è dipendente dall’estero per la produzione di questi prodotti. L’aumento dei costi dei fertilizzanti chimici è dovuta proprio a tali dinamiche e l’agricoltura bio, puntando esclusivamente su concimi organici e minerali, evita il ricorso a queste sostanze, valorizzando la zootecnia, che rappresenta una risorsa nazionale anche in termini di sostanza organica che gli allevamenti mettono a disposizione per rendere più fertili i nostri suoli.

Concimare la terra attraverso l’uso del letame, il compostaggio dei residui organici e anche i residui degli impianti di biogas, favorisce così la resilienza delle aziende agricole biologiche – rileva Coldiretti – e rappresenta un modello produttivo in grado di contrastare la dipendenza da mezzi di produzione esterni alle aziende. Ma, puntando sulla filiera corta, il biologico riduce anche i tempi di trasporto dei prodotti e, con essi, le emissioni in atmosfera, tagliando le intermediazioni con un rapporto diretto che avvantaggia dal punto di vista economico agricoltori e consumatori.

Il risultato è che mai così tanti ettari sono stati coltivati a biologico in Italia con la superficie che nel giro degli ultimi dieci anni è praticamente raddoppiata (+99%), secondo l’analisi Coldiretti su dati Ismea. I terreni bio rappresentano il 17,4% delle campagne del Paese quasi il doppio della media europea (circa 9%) e molto vicino agli obiettivi previsti dalla strategia Ue per il cibo “Farm to Fork”, che prevede di portare le superfici bio europee al 25% entro il 2030. Ed è boom anche di imprese agroalimentari biologiche che salgono a oltre 86mila, il 79% in più in un decennio, dando all’Italia il primato europeo per numero di aziende.

Numeri che sono stati analizzati insieme alle strategie per combattere gli effetti dell’inflazione sulla spesa e all’impatto dei rincari energetici sulle scelte produttive nel corso dell’incontro promosso da Coldiretti Bio, alla presenza di oltre 300 imprenditori del biologico di Coldiretti Emilia Romagna, svoltosi alla sala del Palazzo dei Congressi di piazza della Costituzione.

All’iniziativa hanno preso parte tra gli altri, assieme alla presidente di Coldiretti Bio Maria Letizia Gardoni, Elena Panichi, Capo unità agricoltura biologica Dg Agri della Commissione Ue, Enrico Amico, Presidente Demeter, Robert Schweininger, Responsabile acquisti del gruppo Tegut (Germania), Carmelo Troccoli, Direttore Fondazione Campagna Amica , Francesco Giardina, segretario di Coldiretti Bio e il Direttore regionale Marco Allaria Olivieri.

“Grazie anche al primato nel biologico l’agricoltura italiana è oggi la più green d’Europa con un ruolo da protagonista per la crescita sostenibile del Paese” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel ricordare come il settore bio vanti ancora “ampie opportunità di crescita economica ed occupazionale”.

“Il biologico sta già dimostrando di essere una risposta alle sfide attuali per una maggiore sostenibilità economica ambientale e sociale – ha dichiarato Maria Letizia Gardoni presidente di Coldiretti BIO, l’associazione che riunisce le imprese biologiche e biodinamiche di Coldiretti –. È necessario però ricentrarlo sulla sua dimensione agricola, legarlo saldamente al territorio di produzione ed affrontare un processo di evoluzione nel sistema di certificazione che possa essere sempre di più garante di un modello produttivo attento all’ambiente e alle persone di cui le aziende agricole italiane sono da tempo protagoniste”.

“Anche il nuovo PSR regionale – afferma il Presidente di Coldiretti Emilia-Romagna Nicola Bertinelli – mette al centro la sostenibilità ambientale, con una dotazione di oltre 404 milioni di euro, pari al 44,25% delle risorse totali, permettendo il sostegno alla Lotta Integrata così come l’importante aiuto al Settore Biologico che avrà sempre più un ruolo cardine nell’agricoltura della nostra Regione”.

“Fondamentale da parte della Regione – gli fa eco il Direttore di Coldiretti Emilia Romagna Marco Allaria Olivieri – l’attenzione posta nella programmazione per gli anni a venire sui temi della competitività collegati proprio alla sostenibilità ambientale e alla valorizzazione dell’agricoltura biologica. “ Come Coldiretti Emilia Romagna, proprio grazie alle risorse del PSR – continua  il Direttore Allaria Olivieri – abbiamo organizzato un’importante offerta formativa per le aziende agricole Biologiche e, come già avvenuto in passato, da Ottobre ripartiranno i corsi totalmente finanziati per le nuove imprese start-up Bio e per le aziende specializzate nei vari comparti produttivi biologici”.

 


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