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Analisi Lapam sul turismo in montagna. Nell’appennino modenese nel 2023 +2,2% di turisti

«Il turismo rimane un traino importante per l’Appennino, come dimostrano le ultime analisi. Ampliare le opportunità in termini di servizi e investire nelle strutture deve essere un must per gli imprenditori, ma gli stessi hanno bisogno di incentivi per garantire e aumentare una qualità dell’offerta che ora è eccellente». Daniele Casolari, segretario Licom, commenta un’analisi dell’ufficio studi Lapam Confartigianato sulle dinamiche del turismo modenese.

Prendendo in esame tutto il territorio della provincia di Modena, nei primi 11 mesi del 2023, da gennaio a novembre, i turisti hanno scelto di alloggiare nell’84% dei casi in strutture alberghiere, per un totale di 621 mila turisti e 1.261 mila pernotti. L’afflusso di turisti che prediligono gli alberghi è cresciuto del 13,2% rispetto ai primi 11 mesi dell’anno precedente, e del +7,7% rispetto allo stesso periodo del 2019, superando quindi i livelli pre pandemia. Focalizzandosi esclusivamente sui comuni dell’Appennino modenese, qui si accoglie un turista su dieci (il 10,3%). Nei primi 11 mesi del 2023 si sono registrati 76 mila turisti per un totale di 254 mila pernotti. Due turisti su tre (il 66,3%) hanno scelto di soggiornare in strutture alberghiere, superando gli arrivi registrati un anno prima (+2,2% rispetto ai primi 11 mesi 2022), segnando tuttavia un lieve calo rispetto al 2019 (-2,9%). Nel 2022 (ultimo dato disponibile) gli esercizi ricettivi in provincia di Modena sono complessivamente 892, di cui un terzo situati nei comuni dell’Appennino, pari al 30,2%, con una capienza di 8.506 posti letto. Gli alberghi e pensioni risultano più diffusi in Appennino, dove rappresentano il 30,5% delle attività ricettive. In Appennino si perdono 29 strutture alberghiere, con un calo di 1.126 posti letto (-26% sul 2012), e in particolare si dimezzano le fasce più economiche di hotel a una e due stelle.

«I dati mostrano una trasformazione tra le strutture ricettive – conclude Casolari –: rispetto a 10 anni fa, cala il numero di strutture alberghiere di fascia più economica mentre aumentano gli alloggi in affitto gestiti in forma imprenditoriale e gli agriturismi. Evidentemente il turista predilige un servizio di fascia elevata oppure sceglie la convenienza dell’appartamento in affitto. La montagna, con le sue eccellenze gastronomiche è strategico per il tessuto economico del territorio. È importante investire in un turismo slow e sostenibile, facendo riscoprire al turista la bellezza dei luoghi e delle terre appenniniche, superando la stagionalità».


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