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La Regione Emilia-Romagna a Bruxelles per la ‘Settimana della Cucina Italiana nel Mondo’



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La Regione Emilia-Romagna a Bruxelles per la ‘Settimana della Cucina Italiana nel Mondo’Il valore delle 44 produzioni a indicazione geografica emiliano-romagnole e gli investimenti finalizzati a promuoverle nel mondo saranno al centro delle iniziative che la Regione Emilia- Romagna – in collaborazione con Art-ER, Apt Servizi, la Delegazione regionale presso l’Unione Europea, l’Istituto italiano di Cultura di Bruxelles e la Fondazione CasArtusi – ha in programma oggi a Bruxelles, per celebrare la ‘Settimana della Cucina Italiana nel Mondo’, e sostenerne la candidatura a patrimonio immateriale dell’umanità Unesco.

Il programma include una serie di eventi attraverso i quali la Regione conferma il suo impegno nella promozione della gastronomia italiana e del suo riconoscimento a livello internazionale, sottolineando come la cucina sia simbolo di identità, cultura e convivialità.

Tra le iniziative, questa sera lo spettacolo all’Istituto Italiano di Cultura, cui parteciperà l’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi, ‘E Risalutami tuo fratello’ di e con Marco Ligabue e Andrea Barbi che racconta l’Emilia-Romagna attraverso il suo cibo, la sua musica e i suoi luoghi. Durante la serata, ai circa 300 ospiti accreditati, sarà proposta la degustazione di 15 prodotti emiliano-romagnoli (Aceto balsamico di Modena Igp, Aceto balsamico tradizionale di Modena Dop, Aceto balsamico tradizionale di Reggio Emilia Dop, Aglio di Voghiera Dop, Culatello di Zibello Dop, Olio EVO di Brisighella Dop, Parmigiano-Reggiano Dop, Piadina romagnola Igp, Prosciutto di Parma Dop, Riso del Delta del Po Igp, Scalogno di Romagna Igp, Coppa, Pancetta e Salame piacentini Dop), oltre ai vini dell’Emilia-Romagna forniti da Enoteca regionale. Protagonista a Bruxelles anche l’erbazzone reggiano, in attesa del riconoscimento come 45mo prodotto Igp, presente in degustazione e presentato dall’Associazione produttori erbazzone reggiano.

“La cucina e i prodotti agroalimentari italiani ed emiliano-romagnoli sono sempre più apprezzati nel mondo- afferma l’assessore Mammi-. Non è un caso che l’Emilia-Romagna sia chiamata la Food Valley d’Italia con 3,9 miliardi di euro di valore per la sola Dop Economy, mentre tutta la produzione agroalimentare vale 37 miliardi di euro, di cui più di 10 miliardi esportati in tutto il mondo. È già arrivato il primo riconoscimento positivo da parte dell’Onu sul dossier per la candidatura della cucina italiana a patrimonio immateriale Unesco, la prima tappa di un percorso che ci auguriamo si chiuda positivamente il prossimo dicembre a New Delhi”.

“L’attuale fase di instabilità internazionale sta rendendo però evidente che l’Europa non può arretrare nella capacità di produrre cibo e dipendere dall’estero in quest’ambito- prosegue l’assessore-. Non è solo una questione economica, ma di democrazia, sicurezza strategica, tutela dei territori e delle comunità rurali. Anche per questi motivi l’Emilia-Romagna, insieme al Comitato delle Regioni, esprime forte contrarietà alla proposta della Commissione sul nuovo bilancio pluriennale, che accorpa Pac e Fondi di Coesione, riducendo l’autonomia regionale e prevedendo un taglio alle risorse agricole, con gravi effetti su redditi e investimenti delle imprese e sulla sicurezza alimentare”.

“Chiediamo con forza che l’agricoltura e l’agroalimentare tornino al centro delle politiche europee- conclude Mammi- avanzando tre proposte: un piano europeo di investimento sulla promozione e conoscenza delle Dop e Igp con un fondo straordinario da 1 miliardo, l’inserimento delle indicazioni geografiche in tutta la rete di ristorazione europea, un vero e proprio piano che investa nei ristoranti su tutto il continente stimolandoli a impiegare questi prodotti nei loro piatti e a introdurli nelle carte dei menu. Infine, una formazione capillare per le giovani generazioni europee, nelle scuole di cucina e alberghiere su tutto il territorio dell’Unione. È il momento che l’Europa torni ad essere un luogo di decisioni coraggiose, dove sia chiaro che produrre cibo non significa produrre una semplice commodity, ma investire in cultura alimentare e dei territori, identità e futuro, per costruire un’Unione europea più forte, giusta e sicura”.

I numeri delle Dop e Igp in Emilia-Romagna

Secondo i dati Qualivita/Ismea il valore complessivo della Dop-Economy dell’Emilia-Romagna è di 3,9 miliardi di euro di cui 3,5 miliardi sono generati dal cibo, con un impatto dell’88,5% sul paniere nazionale in termini assoluti, e 455milioni provengono dai vini a indicazione geografica, con un impatto dell’11,5% sull’intero paniere nazionale.

Oltre a svolgere un importante ruolo economico, le indicazioni geografiche influenzano fortemente anche l’equilibrio territoriale, contribuendo a tenere insieme le comunità nelle zone rurali offrendo posti di lavoro, presidio sociale e una fortissima identità culturale in un territorio dove lavorano circa 53mila imprese agricole e agroalimentari, di cui circa 4.500 nell’industria alimentare.

Per contribuire alla promozione nazionale e internazionale dei gusti e dei valori rappresentati da questi prodotti la Regione Emilia-Romagna nel biennio 2025/2026 ha investito complessivamente 25 milioni di euro, di cui 7 milioni destinati ad un bando per la promozione dei vini a qualità certificata nei paesi extra europei, che verrà rinnovato nel 2026, 5 milioni per un bando per la promozione internazionale di prodotti alimentari certificati all’interno dell’unione europea e altri 6 milioni per la promozione nazionale attraverso la partecipazione a fiere, manifestazioni e azioni dirette territoriali.

Il percorso per il riconoscimento dell’erbazzone reggiano

Nei prossimi mesi il numero delle produzioni a indicazione geografica dell’Emilia-Romagna è destinato a salire a 45. Si è avviato verso la conclusione, infatti, l’iter per il riconoscimento dell’erbazzone reggiano, grazie a un’azione promossa dall’associazione dei produttori, dagli enti locali e supportata dalla Regione e da componenti del Parlamento europeo.

Si tratta di una torta salata composta da due strati di pasta frolla non lievitata e ripiena di spinaci o bietole e formaggio Parmigiano Reggiano Dop, originaria di Reggio Emilia che dalle cucine di tutte le case è entrata a far parte della tradizione e dell’identità del territorio.


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