Era sottoposto alla misura alternativa dell’affidamento in prova ai servizi sociali con le prescrizioni dell’obbligo di dimora notturno e divieto di allontanamento dal comune di Casalgrande. La misura dell’affidamento era stata disposta con ordinanza del Tribunale di Caltanisetta nel settembre 2024, in riferimento al provvedimento di cumulo pene del settembre 2022 (comprensivo di due condanne per i reati di tentata rapina, simulazione di reato commessi nel 2016 e rifiuto di accertamento dello stato di ebbrezza), con fine pena previsto per il giugno 2026.
Si tratta di un 46enne di Sassuolo domiciliato a Casalgrande, il quale si sarebbe reso responsabile nello scorso aprile del reato di atti persecutori nei confronti dei vicini di casa. Nel dettaglio, nella mattinata del 24 aprile, i carabinieri di Casalgrande sono intervenuti presso un’abitazione per una lite di vicinato. Sul posto hanno trovato il 46enne in forte stato di agitazione e con una ferita sul sopracciglio sinistro. L’uomo ha riferito che tale lesione gli era stata provocata con una testata sferratagli dal suo vicino di casa a seguito di un diverbio. Sentita la controparte e altri testimoni, veniva appurato che il 46enne da tempo aveva atteggiamenti vessatori nei confronti del vicino, presentandosi presso la sua abitazione per i più disparati motivi, nonostante gli avesse chiesto di smetterla. Durante l’ultimo alterco il 46enne, con atteggiamento aggressivo e agitato, avrebbe iniziato a spogliarsi, minacciando e offendendo seriamente il vicino, per dare poi una testata ad una grata di ferro posta lì vicino. La vittima ed altri presenti, spaventati dal gesto, tentavano di calmarlo ma questi faceva rientro presso la propria abitazione per poi uscire nuovamente, nascondendo una mano dietro la schiena e affermando di avere una pistola. Ai carabinieri l’uomo riferiva di essere tornato in casa per prendere un coltello e difendersi. In effetti la perquisizione domiciliare eseguita dai carabinieri di Casalgrande dava esito negativo in relazione al possesso di armi.
Le successive indagini, supportate anche dalle dichiarazioni testimoniali, hanno permesso di acquisire elementi di presunta responsabilità nei confronti del 46enne, il quale veniva denunciato alla procura reggiana in ordine al reato di atti persecutori. Per questi fatti, il 2 maggio scorso l’Ufficio di Sorveglianza di Reggio Emilia, a cui i carabinieri hanno relazionato l’accaduto, ritenuto che la situazione descritta riguardava un’allarmante conflittualità con il vicinato, revocava l’attuale misura dell’affidamento non consentendone la prosecuzione, neppure in via provvisoria, ritenendo venute meno le condizioni e disponendo l’accompagnamento in carcere dell’uomo. Il provvedimento, giunto ai carabinieri di Casalgrande, è stato quindi eseguito ieri mattina.