E’ morto a Bologna, all’età di 95 anni, Dante Stefani, partigiano e dirigente del Partito comunista, considerato uno dei “padri” della Regione Emilia-Romagna, ricoprendo il ruolo di assessore al bilancio nella prima giunta dell’ente, presieduta da Guido Fanti.
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“Dante Stefani appartiene a quella generazione di persone che ha preso nelle loro mani città e territori sconvolti dalla guerra, ne hanno delineato i percorsi di ricostruzione e di ripresa, guardando non solo alle situazioni del momento, pur nella drammaticità in cui si presentavano, ma anche al futuro.
Giovane partigiano, Dante Stefani è stato apprezzato dirigente politico, uomo delle istituzioni che ha creduto fortemente nel ruolo che potevano avere le nascenti Regioni nei primi anni ‘70, impegnandosi come assessore al bilancio nella prima legislatura dell’Emilia-Romagna.
Ma Stefani, dopo l’impegno in Senato, è stato anche un uomo che ha saputo guardare al mondo del lavoro e dell’impresa, come prospettiva di crescita della società. E lo ha fatto da presidente della Fiera di Bologna, creando le basi affinché essa si potesse affermare in Italia e nel mondo.
A nome mio personale, della Giunta regionale e dell’intera comunità emiliano-romagnola, esprimo vicinanza e le più sentite condoglianze alla famiglia e ai suoi cari”.
E’ quanto afferma Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna, alla notizia della scomparsa di Stefani.
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“Dante Stefani è stato un partigiano e un amministratore protagonista della storia del nostro territorio. Dopo l’esperienza nella 4a brigata Venturoli Garibaldi e la fine della guerra ha ricoperto i ruoli di consigliere comunale, assessore con Giuseppe Dozza e Guido Fanti, amministratore del Rizzoli. È stato uno dei padri fondatori delle Regioni, senatore della Repubblica, presidente della Fiera di Bologna, presidente del Museo delle Ceramiche di Faenza. Con lui se ne va un pezzo di storia della città. Alla sua famiglia esprimo il profondo cordoglio personale e a nome dell’Amministrazione comunale”.
Così il sindaco del Comune e della Città metropolitana di Bologna Matteo Lepore